08 Apr Quando la prostata è un problema: le moderne tecnologie di trattamento endoscopico con il laser
Le malattie urologiche come l’ipertrofia prostatica benigna (IPB) incidono sulla qualità della vita di molti uomini.
Le nuove metodiche mininvasive, come la chirurgia laser, possono risolvere questi disturbi, in poco tempo.
La prostata ed i disturbi causati dall’invecchiamento: cos’è l’IPB
La prostata è una ghiandola appartenente all’apparato genitale maschile, situata tra:
- il collo vescicale (la parte inferiore della vescica, che continua nell’uretra)
- lo sfintere (struttura che regola l’apertura e chiusura alla minzione)
Tra i vari cambiamenti fisiologici che subisce la prostata con l’avanzare del tempo ,vi è l’ipertrofia prostatica benigna (IPB).
E’ un disturbo frequente in molti uomini, non è da considerarsi un tumore ma un ingrossamento della prostata, un aumento benigno dunque, nel volume, di questa ghiandola maschile.
Questa evoluzione della prostata accade per cause fisiologiche, quindi non legate al paziente, ma fattori ormonali e biochimici, dovuti all’avanzare dell’età.
I sintomi di questo ingrossamento della prostata sono:
- difficoltà ad urinare (disturbo di svuotamento, fino alla ritenzione d’urina)
- urinare spesso (disturbo di riempimento, fino alla incontinenza urinaria)
- sensazione di non aver svuotato del tutto la vescica
- nicturia (necessità di urinare durante il sonno)
Questi eventi causano a loro volta, ulteriori disagi e complicazioni, quali:
- calcoli vescicali (masse di minerali, dure, che si depositano nella vescica)
- diverticoli vescicali (costituiti da ernie della mucosa vescicale attraverso la parete muscolare)
- ematuria (sangue presente nelle urine)
- insufficienza renale (i reni non svolgono più la loro funzione)
Quando la prostata è un problema: il ruolo dell’urologo e la soluzione ai problemi legati alla prostata
Un paziente maschio che avverte questi sintomi è bene che si rivolga ad un urologo per approfondire la situazione, facendo sì che effettui una diagnosi.
Per confermare una diagnosi legata ad una disfunzione prostatica è utile eseguire degli esami come:
- l’esame del PSA (un prelievo di sangue per misurare la quantità di antigene prostatico)
Il test del PSA è consigliabile che venga ripetuto ogni anno, a prescindere dai disturbi manifestati, per tutti gli uomini con un’età superiore ai 50 anni.
Fatte queste verifiche, l’urologo saprà consigliare al paziente la giusta terapia e/o soluzione chirurgica.
Tra le varie soluzioni vi sono:
- la terapia farmacologica
- l’intervento chirurgico T.U.R.P (resezione endoscopica transuretrale)
- l’adenomectomia chirurgica (l’intervento a cielo aperto che richiede una degenza di 8-10 giorni con catetere)
- resezione transuretrale della prostata con Laser
Quando la prostata è un problema: i trattamenti a confronto
La terapia farmacologica comprende l’assunzione di farmaci contenenti:
- la finasteride
- la dudasteride
E’ una terapia anti-ormonale, questi due inibitori sono efficaci nel ridurre il volume della prostata, migliorando i sintomi urinari negli uomini con prostata ingrandita.
Questi farmaci inibiscono la crescita della ghiandola prostatica agendo sull’ormone che ne facilita la crescita, ossia il testosterone. Per questo motivo, alcuni pazienti lamentano disturbi della sfera sessuale.
Altri farmaci, come gli alfa-litici sono efficaci sui sintomi facilitando l’apertura del collo vescicale, ma non riducono il volume della prostata. Uno degli effetti collaterali più comuni di questa categoria di farmaci è la scomparsa dell’eiaculazione.
La terapia chirurgica è la soluzione terapeutica risolutiva.
L’intervento di resezione endoscopica della prostata è l’intervento più utilizzato dai chirurghi.
Denominato TURP, è un intervento mini invasivo che avviene in anestesia totale o spinale.
Il medico utilizza un resettoscopio (endoscopio che andrà a tagliare il tessuto della prostata, collegato a una telecamera )per entrare nella vescica.
Si rimuoverà dunque l’adenoma (l’ingrossamento in questione).
Il trattamento endoscopico con laser .
Questo intervento consiste sempre nell’asportazione dell’adenoma per via endoscopica, ma con l’utilizzo di un Laser che può vaporizzare il tessuto prostatico o, in caso di prostate di maggiori dimensioni, di enuclearlo e di eliminare i frammenti attraverso un morcellatore. In quest’ultimo caso è possibile effettuare l’esame istologico dei frammenti.
La tecnica chirurgica mini-invasiva prevede che il paziente possa essere dimesso in 24 ore, l’intervento avviene generalmente con anestesia spinale.
La fibra laser verrà introdotta attraverso il resettoscopio dal pene nell’uretra.
Quando la prostata è un problema: perché scegliere l’intervento endoscopico con il laser
L’intervento è di tipo endoscopico , questo significa che non sarà necessaria un’incisione nella cute, dato che lo strumento utilizzato verrà introdotto attraverso il pene.
A differenza della TURP classica, l’utilizzo del laser comporta un ridotto sanguinamento intraoperatorio.
Questo avviene poiché il laser sigilla i vasi sanguigni mentre si taglia il tessuto prostatico.
I benefici di questa metodologia sono:
- il laser consente al chirurgo di operare in totale sicurezza (anche di fronte a pazienti con malattie cardiovascolari o in trattamento con anticoagulanti)
- il rischio di impotenza è ridotto
- la durata dell’operazione varia dai 40 ai 120 minuti (questo dipende dalla grandezza della prostata)
- non causa incontinenza
- riduce le recidive
- il paziente potrà riprendere le proprie attività nell’arco di una settimana
- il paziente potrà essere dimesso il giorno successivo all’operazione
- la rimozione del catetere avverrà in maniera più precoce (in 1^ o in 2^ giornata)
Si potranno infine evitare o ridurre significtivamente le complicanze post- operatorie di un intervento TURP standard, quali:
- rischi legati a patologie già presenti (cardiologiche, respiratorie, coagulatorie)
- emorragia
- infezione della ferita
- ritenzione di urina
- eiaculazione retrograda
[Fonte: dossiersalute.com]