27 Gen Chirurgia genitale maschile: nuova frontiera dell’andrologia
L’apparenza dei genitali è legata all’autostima e all’identità sessuale. La chirurgia genitale maschile ha lo scopo di correggere sia i difetti percepiti che quelli oggettivi. Entrambi, infatti, possono provocare un disagio psicologico che condiziona pesantemente la qualità di vita dell’uomo e della coppia.
Fin dai primissimi anni di vita di un uomo la percezione sensoriale dei propri genitali ha un ruolo fondamentale nel rafforzamento dell’autostima.
Il confronto con i coetanei durante l’adolescenza in situazioni di promiscuità può avere effetti fortemente negativi sul futuro sviluppo psicosessuale. Alcuni uomini evitano l’attività sportiva per sottrarsi al confronto con gli altri negli spogliatoi.
Il facile accesso alla pornografia condiziona sia il concetto di normalità nell’uomo che le aspettative della donna, amplificando, nella maggior parte dei casi senza giustificazione anatomica, il concetto di inadeguatezza del proprio pene.
L’uomo si rivolge così allo specialista chiedendogli “il mio pene è abbastanza lungo?” oppure “non è troppo stretto?”.
Abbiamo così una sempre più crescente richiesta di chirurgia andrologica per interventi di allungamento o di ingrandimento del pene.
Prepararsi psicologicamente alla falloplastica
Il miglioramento e la semplificazione delle tecniche chirurgiche genitali hanno reso possibile soddisfare le richieste di allungamento o di ingrandimento del pene (falloplastica) nella maggior parte dei casi.
Il maschio che richiede un intervento di chirurgia per pene piccolo deve sempre effettuare una valutazione psicosessuologica e, se necessario, sedute di psicoterapia per arrivare preparato all’intervento di allungamento o di ingrandimento del pene, senza aspettative irrealistiche.
Capire se la percezione è reale
Il paziente che ritiene di avere il pene piccolo deve essere aiutato a capire se è questo il suo vero problema o se invece la dismorfofobia (la fobia dovuta ad una alterata percezione del proprio aspetto esteriore) non nasconda più gravi problemi che possono trovare aiuto dal medico specialista della psiche (psichiatra), prima di affrontare un intervento di falloplastica.
Il pene si può davvero allungare?
Non esistono creme miracolose e l’aumento delle dimensioni di un pene corto si può ottenere solo chirurgicamente. In realtà il pene non viene allungato, ma viene per così dire “tirato fuori” come la testa di una tartaruga.
La vera lunghezza del pene in effetti non è quella che si vede, ma esiste una porzione “nascosta” di alcuni cm che può essere “liberata”.
L’intervento più praticato è la sezione del legamento sospensore del pene attraverso una incisione infrapubica alla radice del pene. L’allungamento medio che si ottiene dipende dalla lunghezza del legamento sospensore che è individuale e varia da 2 a 4 cm.
Se il pene è “nascosto”…
In caso di pene nascosto dall’adipe è possibile effettuare un liposuzione o, in caso di adipe molto abbondante, si deve effettuare una addominoplastica.
In alcuni casi, il pene è nascosto nello scroto ed è sufficiente un semplice intervento di plastica scrotale per far emergere il pene in tutta la sua lunghezza effettiva.
E’ possibile anche incrementare la circonferenza del pene. La tecnica preferita è il lipofilling che prevede l’iniezione in uno spazio anatomico virtuale che circonda il pene (tra le due fasce chiamate di Buck e di Colles) di tessuto adiposo autologo, cioè prelevato dall’addome dello stesso paziente.
La maggior parte degli interventi di falloplastica può essere effettuata in anestesia locale con assistenza anestesiologica ed eventuale sedazione.
Quali soni i risultati?
Se l’indicazione chirurgica è corretta, le aspettative del paziente sono realistiche e le problematiche psicologiche sono state ben affrontate prima dell’intervento, i risultati sono molto buoni con ottima ripresa dell’attività sessuale dopo circa 1 mese dall’intervento. Nella maggior parte dei casi le cicatrici non saranno visibili o verranno mascherate dai peli pubici.
Quali rischi si corrono?
Nessun intervento, anche il più banale, è esente da rischi. Una regola generale per ridurre i rischi è quella di preparare minuziosamente la procedura, come per una spedizione alpinistica (dallo studio del percorso alle possibile alternative, dall’attrezzatura, alla preparazione atletica e psicologica, dalla scelta dei compagni di cordata, alle previsioni meteorologiche). Come ogni alpinista sa, l’impresa non è terminata finché non si ritorna al campo base: la cura del post-operatorio non è meno importante della preparazione e dell’esecuzione dell’intervento.
Se eseguito da chirurghi esperti, i rischi sono quelli imponderabili (ematomi, infezioni, deiscenza della ferita). Il rischio più serio risiede però nella testa del paziente, che non deve aspettarsi ciò che la chirurgia non gli può dare. Se ben orientato, il paziente saprà che la lunghezza del pene in erezione non si modificherà, ma sarà solo un aumento di lunghezza a riposo. Otterrà, cioè, un nuovo aspetto dei genitali, che gli darà maggiore sicurezza in quelle situazioni in cui prima provava imbarazzo e che lo hanno portato a richiedere l’intervento di andrologia estetica. Al contrario della mastoplastica di ampliamento del seno, non si tratta di una chirurgia additiva, nulla viene aggiunto, il pene viene solo liberato dalle strutture che in una certa misura lo mascherano.
Se il pene è deviato…
In alcuni casi, il pene ha una deviazione che non permette o rende molto difficoltoso il rapporto sessuale. Questa deviazione può essere congenita o può essere secondaria ad una fibrosi dovuta a un trauma o a induratio penis plastica (malattia di La Peyronie). Anche qui l’andrologo può intervenire correggendo la deformità: in questo caso si effettuerà una corporoplastica (si interviene cioè sui corpi cavernosi a differenza della falloplastica dove questi non vengono toccati).
Quando coesiste un deficit erettile, la soluzione è invece l’impianto di una protesi del pene. Alcune procedure come ad esempio la corporoplastica prevedono la concomitante circoncisione.
Altre procedure di chirurgia intima maschile
Esistono poi altre procedure di chirurgia “intima” maschile che possono migliorare l’autostima o correggere situazioni funzionali che condizionano una buona salute sessuale.
Quali altri interventi possono essere effettuati per migliorare l’autostima del maschio?
Il laser può essere molto utile nel trattamento delle cosiddette papule perlacee della corona del glande o nel trattamento di altri inestetismi come le teleangectasie dello scroto.
Quando lo scroto è molto rilassato, si può intervenire con un lifting o, in casi più severi, con una plastica di riduzione dello scroto. Si può ottenere un aumento delle dimensioni del glande con tecniche di filling, rivelatesi efficaci anche nel trattamento dell’eiaculazione precoce.
Quanto costa la chirurgia genitale maschile?
I costi di un intervento di correzione estetica e funzionale dipendono dalla complessità della procedura, dall’occupazione della sala operatoria e dalla necessità di utilizzare o meno materiali protesici. Di regola, viene fornito un preventivo in cui sono comprese anche le visite di controllo successive, importanti alla pari dell’intervento.