Disfunzione erettile: nuova opportunità terapeutica con la carbossiterapia

Disfunzione erettile: nuova opportunità terapeutica con la carbossiterapia

La carbossiterapia viene utilizzata in medicina estetica per la sua azione lipolitica e di attivazione del microcircolo nel trattamento della cosiddetta cellulite e nell’adiposità localizzata.

 

L’azione della carbossiterapia

La sua inoculazione sottocutanea si è dimostrata efficace sulle patologie del microcircolo in quanto capace di provocare un aumento del flusso periferico attraverso una vasodilatazione delle arteriole, il rilasciamento delle fibrocellule muscolari lisce degli sfinteri precapillari e la formazione di nuovi capillari (neoangiogenesi).

Le indicazioni cliniche della carbossiterapia non si limitano alla medicina estetica, ma trovano applicazione anche in angiologia (arteriopatie e insufficienze venose croniche), in reumatologia e in dermatologia (psoriasi).

 

Carbossiterapia in andrologia

Sfruttando gli effetti benefici sul microcircolo, la carbossiterapia trova attualmente nuove indicazioni terapeutiche in campo andrologico nel trattamento della disfunzione erettile e della Induratio Penis Plastica (Malattia di La Peyronie).

Il trattamento richiede l’utilizzo di una apparecchiatura sofisticata che permette di dosare con precisione la quantità di anidride carbonica da insufflare nel sottocute, attraverso un ago molto sottile, garantendone anche la purezza, la temperatura e il giusto grado di umidità.

 

Frequenza del trattamento

Il trattamento è ambulatoriale e prevede di effettuare 1-2 sessioni settimanali per un totale di 10-20 sessioni. Seguiranno poi delle sessioni di mantenimento che andranno individualizzate in base alla risposta e alla severità della patologia.

 

Effetti collaterali

Gli effetti collaterali sono modesti: si dovrà avvertire il paziente che avrà:

  • una sensazione di crepitio sottocutaneo per la prima ora dopo il trattamento,
  • dolore sopportabile nel sito di iniezione (molto ridotto con le apparecchiature di ultima generazione) che non richiede l’anestesia,
  • ecchimosi di lieve entità in circa 1/3 dei casi.

 

Controindicazioni

L’anidride carbonica è priva di tossicità e nei soggetti sani viene facilmente e rapidamente eliminata dall’organismo, con rischio di embolia gassosa pressoché nullo.

Non tutti i pazienti però possono effettuare la carbossiterapia. Controindicazioni assolute sono le cardiopatie, le insufficienze renali, respiratorie ed epatiche severe dove sono alterati i meccanismi di eliminazione della CO2.